Gratta e vinci. La riga in più

di Francesca Alberti (Psicologa)

Che lo stato avesse utilizzato potenti strategie di marketing per pubblicizzare i gratta e vinci ormai è cosa nota, ma che arrivasse addirittura a sfruttare i meccanismi delle tossicodipendenze per aumentare la dipendenza del consumatore, lo trovo di una scorrettezza subdola e malsana. Quello stato che con l’articolo 32 della costituzione dovrebbe tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e della collettività, arriva invece a far ammalare i cittadini sfruttando i meccanismi della dipendenza. I nuovi gratta e vinci chiamati Milionario sono stati appositamente studiati per sfruttare la tolleranza; La tollleranza è quel fenomeno che si verifica quando una data dose di sostanza, dopo somministrazioni ripetute, produce un effetto minore di quello ottenuto alla prima somministrazione, oppure quando si debbano utilizzare dosi maggiori per ottenere gli effetti desiderati. La pubblicità parla chiaro: gratta e vinci presenta i nuovi miliardari, i biglietti con Una riga in più da grattare.
Chi è malato di ludopatia compra i ” grattini”  perché non riesce a trattenersi dall’impulso di giocare, ha bisogno di provare quella scarica di sensazioni , sia che si vince o che si perde ormai poco importa. Razionalmente ci si racconta che si gioca per vincere o per rifarsi dalle perdite, ma chi ormai è entrato nella spirale della Ludopatia ha bisogno di grattare come il tossicodipendente ha bisogno di farsi per sentirsi sballato. Quella riga in più di cocaina per sentire lo stesso effetto e cosi quella riga in più da grattare per sentirsi eccitati. Se per la dipendenza da nicotina lo stato ha cercato di informare i consumatori sui possibili effetti dannosi provocati dal fumo , mettendo sui pacchetti di sigarette scritte ed immagini ad hoc, per il gioco d’azzardo patologico non viene effettuata nessuna campagna d’informazione. Anzi si cerca in tutti i modi di incentivarne il consumo , con pubblicità ingannevoli che mettono in risalto solo le vincite. Eppure i malati ci sono e crescono vertiginosamente distruggono le loro vite e quelle dei familiari dilapidando nei casi più gravi i risparmi di una vita, si rivolgono ai servizi quando ormai hanno completamente perso il controllo, quando il castello di bugie dove si erano rifugiati é ormai crollato.

Mettiamoci in gioco

ieri sera presso il Chiostro di S Agostino di Pietrasanta si è svolta una serata dedicata al gioco d’azzardo patologico, organizzata dalla ASL 12. Dopo i saluti dell’ormai  l’ex assessore Lora Santini. nel corso della  serata hanno partecipato una 50 di persone, quasi tutti addetti ai lavori. Rileviamo che benchè i medici di famiglia fossero stati invitati, hanno preferito disertare la serata. Gli interventi della serata sono stati tutti interessanti, il Dott. Intaschi si è soffermato sulla parte piu scientifica della patologia,  ricordando che il gioco d’azzardo patologico è stato inserito nel nuovo DSM 5,Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, la bibbia degli psichiatri e di come questa patologia possa cambiare il cervello, soffermandosi su quali sono le aree interessate.

Cio’ che ha colpito di piu’ è stato l’intervento di Don Armando Zappolini che credo possa essere considerato un vero esperto del settore, da anni si batte per regolamentare il gioco d’azzardo, con la campagna  Mettiamoci in gioco. Don Armando ha posto l’accento sugli interessi che si celano dietro il gioco d’azzardo, e su come questa dipendenza ricade anche in termini di costi sulla sanità pubblica.
Molto interessanti alcuni interventi degli alcolisti anonimi con qualche testimonianza diretta. L’associazione Libera. Anche il PCA ha fatto la sua parte, in particolare sull’organizzazione della serata. Valentina Torri Psicologa,  una delle responsabili del nuovo sportello Pietrasantino ha parlato del progetto, che ricordiamo è stato finanziato dalla Credito Cooperativo della Versilia e Comune di Pietrasanta. A breve lo sportello d’ascolto dovrebbe partire grazie anche ad uno stage finanziato dalla banca e Comune di Pietrasanta, sarà la neo laureata Alberti Francesca che si prenderà cura degli eventuali utenti.
Nel corso della serata è stato ricordato ai presenti la difficile e contraddittoria situazione del PCA, dove da una parte ci chiedono di fare prevenzione dall’altra manca l’attenzione finanziaria.
infine volevo aggiungere qualche mio pensiero. Premesso quanto sopra mi pare di capire che la ludopatia rientra a pieno titolo nelle dipendenze, ultimamente ho notato che c’è un attenzione morbosa su questa tematica, facendo passare quasi in secondo piano le altre dipendenze, inoltre mi pare che sono stati stanziati dei fondi apposta per combattere questa malattia; mi chiedo, perché non lo hanno fatto anche per le sostanze psicoattive dei fondi apposta? Non vorrei che questa attenzione è dovuta all’accaparramento di questi fondi.  Se ho capito bene, mi pare che il finanziamento promesso al PCA dalla Regione , venisse  in soccorso attingendo proprio da questi fondi, bloccati poi dalla codacons (vedi articolo).
Come associazione DDT, chiediamo ai vertici del Gruppo SIMS in particolare al Presidente Luca Bonci, di porre fine a questa pantomima a queste promesse fatte dal Dott. Fabio Michelotti (EX Direttore SDS)Direttore Maurizio Varese. SETTORE DIPARTIMENTALE DELLE DIPENDENZE  ad oggi non mantenute, pertanto riteniamo che sia giunto il momento di vedere quando il PCA sia necessario per il nostro territorio, la nostra proposta è di fissare una data, fine ottobre, per sospendere il servizio.
Tuttavia,  una serata interessante dal punto di vista formativo, inutile dire che mancavano i protagonisti, i cittadini, gli esercenti le famiglie, questo credo sia una criticità. Molto spesso si sottovalutano questi problemi e quando si interviene di solito è troppo tardi.
alle prossime.