– 2018 –

Come è consuetudine alla fine dell’anno mettiamo alla vostra attenzione una breve relazione del nostro servizio. Rispetto allo scorso anno non ci sono novità di rilievo nelle attività giornaliere, l’unica news è il ritorno dell’eroina nel mercato dello spaccio minuto.

Purtroppo la grave situazione in Afghanistan ha sicuramente favorito il mercato dell’oppio, che arriva nelle piazze delle nostre città a prezzi veramente bassi, si parla di 5 euro per una dose! Nel tempo è cambiata la modalità di acquisto e soprattutto di consumo, i tossicodipendenti tendono sempre più a fumarla, sniffarla,  ma non mancano quelli che ancora preferiscono iniettarla, anche se dal punto di vista della dipendenza non cambia niente. La presenza degli utenti del PCA più o meno si attesta sui 160 unità, solo l’estate tende ad aumentare.
Il dato più importante rimane quello sommerso, si tratta di persone coinvolte nel consumo è sconosciute ai servizi che per vari motivi ne sono lontani, pensando di risolvere il problema tra le mura di casa.
Rileviamo un aumento di persone segnalate alla prefettura per consumo e acquisto di stupefacenti.

Per quanto riguarda la nostra utenza (Versilia nord) la cocaina rimane al primo posto, spesso insieme all’alcol e bdz, purtroppo, nonostante i nostri appelli, ci sono ancora medici compiacenti che continuano a prescrivere psicofarmaci senza controllo. A fronte di questo la strategia del PCA non può che essere la riduzione del danno, informazione e la prevenzione. Per quanto riguarda le attività sociali, nella fattispecie svolti la mattina. Sono stati analizzati circa 1000 esami per la ricerca di metaboliti, circa 500 colloqui motivazionali, tra cui 50 contatti telefonici, va anche detto che per continuare queste pratiche ci vogliono risorse economiche, che sempre più nel tempo si sono assottigliate. Va ricordato che per far aderire un utente ad un programma non è cosa semplice, in particolare quando si tratta di cocaina. Vale la pena ricordare il progetto “Mangi chi ha fame” attualmente con sede abusiva al mercato coperto, che nel corso dell’anno ha distribuito numerosi pacchi spesa, in collaborazione con Utenti e cittadini comuni. Inoltre nel corso dell’anno è stato allestito presso il mercato coperto una distribuzione di abiti usati.

Presso la nostra sede sono a disposizione preservativi (in collaborazione con Anlaids) e siringhe nuove, ne abbiamo distribuite circa 100.

Quest’anno abbiamo affrontato anche il tema della Ludopatia, purtroppo le presenze allo sportello sono state veramente poche e difficili, anche perché la dipendenza dal gioco non è ancora vissuta come un problema.

Sul piano politico, a livello nazionale è sparita la conferenza nazionale sulle tossicodipendenze, la quale metteva a confronto tutti gli operatori del settore. In Italia manca, una struttura di allerta sostanze, che in caso di overdose, si possa analizzare la sostanza trovata per ricercare eventuali tagli mortali.

A livello locale invece la situazione è rimasta invariata, la nuova amministrazione che si è insediata per adesso non ha dato seguito al suo programma di mandato rispetto alla dipendenze.

Il PCA versa sempre in una situazione finanziaria precaria, ma anche strutturale, fu proprio il vice Sindaco  Elisa Bartoli che all’indomani di una sua visita ebbe a dichiarare che la sede non è adatta.
La ASL nonostante da un anno ha annunciato una manifestazione di interesse per questo servizio, va avanti a forza di proroghe con le stesse condizioni economiche che per il servizio non bastano, tanto che aspettiamo il finanziamento dalla regione che tarda ad arrivare.
si rischia l’implosione (ndr)

Tuttavia rimaniamo fiduciosi che la situazione si risolva quanto prima, cogliamo l’occasione per fare gli auguri all’amministrazione comunale .

http://www.sims.it

servizio di rete Versilia 

Metadone, i grandi equivoci

una dote del PCA è il counselig, parlando con molti pazienti da tempo ci hanno riferito che l’eroina ha fatto ritorno tra gli articoli degli spacciatori. Si parla di dosi con un costo di 20 euro, pertanto credo che si tratta di polvere verosimilmente Eroina. Chi ha contatti con i TD sa che i luoghi comuni sono duri a morire, uno per tutti è che il metadone è uguale all’eroina, pertanto non vale la pena sostituire una droga con un’altra droga o meglio una dipendenza con un’altra dipendenza.
Molto spesso i td tendono a scalare le dosi di metadone aumentando inconsapevolmente la fase compulsiva, il crawing così come lo chiamano gli americani.
Vi proponiamo un vecchio articolo di Roberto Nardini a proposito di metadone.

I GRANDI EQUIVOCI
che generano conseguenze drammatiche
Abbiamo inviato per e-mail questo messaggio per rettificare sostanzialmente le sciocchezze e i luoghi comuni sul metadone che quelli di “Polvere”, che fanno capo al Gruppo Abele di Torino, hanno piazzato sul loro sito. Si tratta di concetti assai diversi e assai meno aggressivi di quelli espressi dai classici crociati antimetadone, ma sempre e comunque di credenze superficiali che, in ultima analisi, scoraggiano chiunque abbia bisogno di una cura metadonica ad intraprenderla seriamente o a continuarla se già in atto. La prima di queste sciocchezze e’ quella di far credere che col metadone si possa fare soltanto “riduzione del danno”, il ché non sarebbe affatto poco.Col metadone, invece, si fanno soprattutto programmi terapeutici.

Il fatto che gli operatori che sono disponibili e capaci di farli siano attualmente pochi, non toglie nulla alle autentiche potenzialità del corretto impiego di questo farmaco.

Le informazioni che voi avete piazzato sul metadone non sono affatto esatte. Il metadone e’ un farmaco con il quale si fanno i programmi piu’ efficaci contro l’eroinismo che si conoscono all’attuale stato della ricerca scientifica e dell’indagine su tutte le esperienze cliniche ad oggi conosciute. I programmi metadonici efficaci sono quelli di mantenimento, a dosi adeguate e per tempi sufficientemente lunghi. Non esistono un’assuefazione all’eroina e una al metadone cosi’ come voi le presentate. L’eroinomane e’ vittima di un dismetabolismo, spesso cronico, che può essere coperto con l’eroina, con tutte le conseguenze che sappiamo, o con il metadone. Cambiano soltanto i sintomi neurovegetativi riscontrabili soltanto in caso di brusca sottrazione delle due sostanze, e il cambiamento e’ dovuto alla diversa farmacocinetica. Ma la variazione di quei sintomi non e’ affatto indicativa di una diversa patologia dismetabolica, che e’ sempre la stessa ed e’ quella che determina le recidive e la gravita’ della malattia. Cioè, dopo i sintomi vistosi di sottrazione, lunghi e blandi se la copertura è fatta con metadone, violenti e piu’ brevi se la copertura e’ fatta con eroina, l’eroinomane resta tale e quale con il suo deficit metabolico. La ricaduta e’ la regola. Diversi sono i modi di sottrarre metadone ed eroina e tutti efficacissimi. Ci vorrebbero volumi per descriverli tutti. Ma alla fine della sottrazione la patologia resta la stessa.

I programmi cosiddetti a “scalare” non sono “disintossicazioni” ma “sottrazioni di terapia in fase di malattia conclamata”. Si spiegano cosi’ i fallimenti e le puntuali recidive dovute alla forzata, od anche autonomamente voluta, perdita di tolleranza agli oppioidi in un momento in cui l’unico vantaggio che si ottiene e’ il rischio di overdose. Abbiamo cosi’, per ignoranza, “giustiziato” centinaia di giovani, facendo loro credere che sarebbe bastato un graduale disimpegno e la loro forza di volonta’ per risolvere una patologia che, invece, richiede ben altre strategie ed impegno. E si tratta di un’ecatombe tutt’ora in corso. Il metadone e’ un farmaco. Non funziona e non e’ affatto utilizzabile come droga, quanto piuttosto come stabilizzatore metabolico. Ogniqualvolta un soggetto eroinomane si disimpegna dal metadone, normalmente ricade nell’uso di eroina, che e’ la sostanza d’abuso che rinforza il comportamento tossicomanico. Il metadone non ha queste proprieta’ e l’abuso di metadone e’ pressoche’ sconosciuto.

Chi ricade, infatti, non ricerca metadone, ma eroina. Durante il mantenimento metadonico, se ben condotto, l’ex eroinomane puo’ fare tutto cio’ che fanno le persone normali. Puo’ dedicarsi alla sua salute, ricostruirsi relazioni e situazioni sociali. Puo’ farlo da solo o con l’aiuto del programma, se questo dispone di risorse. Ma i benefici che possono essere ottenuti dagli eroinomani in MMTP non sono eguagliabili da nessun altro programma ad oggi conosciuto, proprio perche’ l’assunzione di metadone a dosi adeguate a per tempi lunghi non comporta alcuna conseguenza negativa. L’unico effetto vero e riconosciuto consiste in una strabilizzazzione che rende la persona indistiguibile da chiunque altro non assuma oppiodi, farmaci psicoattivi e sostanze psicotrope. Il problema e’ trovare operatori preparati che sanno fare questi programmi al di la’ di ogni ideologizzazione e al di sopra della superficialità di chi non e’ preparato.

Materiali di ricerca son disponibili presso di noi.
Roberto Nardini

Gruppo S.I.M.S. – Tel 0584 72600

informazioni sul metadone elaborate a suo tempo dal PCA

Chiuso il centro clinico di ricerca e di assistenza per tossicodipendenti dell’università i pazienti si sono rivolti tutti a Pietrasanta

da Liberazione 5/01/05

Chiuso il centro clinico di ricerca e di assistenza per tossicodipendenti dell’università i pazienti si sono rivolti tutti a Pietrasanta. Pendolari per vivere

«Il 23 dicembre il professor Cassano, in modo che io non esito a definire criminale, ha chiuso definitivamente il centro di ricerca e di assistenza per tossicodipendenti all’interno dell’università». La denuncia arriva da Roberto Nardini, figura storica del volontariato nel campo delle tossicodipendenze, in prima linea in Versilia dal 1977, presidente del Sims (Studio intervento malattie sociali), associazione che tra ricerca, assistenza diretta e unità di strada, vanta anche un servizio difesa dei diritti dei tossicodipendenti (Ddt). Il centro di ricerca e assistenza chiuso, attivo dal 1994, al quale facevano riferimento 80 utenti per la somministrazione del metadone, era nato proprio dalla collaborazione tra il Dipartimento di neuroscienze dell’università di Pisa e il Sims (www.sims.it).Una struttura comunque dipendente da un unico “deus ex machina”: il professor Giovanni Battista Cassano.

Pazienti senza rete
E’ stato un brutto Natale quello degli utenti seguiti dal servizio universitario per le tossicodipendenze. E l’anno nuovo non promette bene. I pazienti dell’ex centro universitario sono stati indirizzati ai Sert locali di appartenenza, ma nel giro di ventiquattro ore, i più, sono tornati a cercare i medici e gli operatori che da anni li avevano in carico. Anche perché molti dei Sert che avrebbero dovuto farsene carico gli hanno sbattuto la porta in faccia. Ritrovarsi senza la dose giornaliera di metadone, per chi con fatica ha trovato un lavoro e si è rifatto una vita, una famiglia, per chi ha chiuso con un passato da tossico da strada, non è facile. Così spinti dallo spirito di sopravvienza si sono ritrovati tutti a fare la fila la Sert di Pietrasanta, dove prestano servizio medici e operatori del centro universitario chiuso alla vigilia di Natale. «Si è sfiorata la tragedia – racconta Nardini -. Per poco si è potuto evitare l’intervento delle forze dell’ordine. Abbiano comunque affrontato l’emergenza. Ma ora c’è il caos». I servizi della Asl non hanno risorse sufficienti. «E nemmeno noi ce l’abbiamo. Non si riesce nemmeno a risolvere il problema della produzione adeguata del farmaco necessario. I costi invece di essere supportati dalle Asl gravano tutti su di noi» tuona ancora il presidente del Sims.

Unità di strada 1998 – rinfrescare la memoria aiuta a capire meglio

Nardini spiega il funzionamento dell’«unità di strada» di Pietrasanta
«E noi li aiutiamo così ad uscirne»
Il Tirreno di domenica 25 gennaio 1998

VIAREGGIO – «La tossicodipendenza è una malattia del sistema nervoso centrale, spesso cronica, che richiede terapie di lunga durata. La cura è farmacologica, per sopperire alla mancata produzione naturale di endorfine. Dunque la soluzione all’eroina è il metadone, somministrato in dosi adeguate e su tempi lunghi. Ogni altro approccio è soltanto ideologico».
La vede così Roberto Nardini, che dal ’93 coordina a Pietrasanta l’«unità di strada» di via Stagi, dove cinque volontari e un medico (Carlo, figlio di Nardini), sono disponibili dalle 9.30 alle 19, ma reperibili 24 ore su 24 al 72600. «I ragazzi in cura arrivano anche da Taranto come da Trieste. Qui trovano una diagnosi clinica – spiega Roberto Nardini – anziché tante chiacchiere sulla perdita dei valori e via dicendo. Con il metadone li si toglie subito dalla strada, e continuando la somministrazione sul lungo periodo si ottiene un effetto stabilizzatore che consente il reinserimento. A quel punto li aiutiamo a trovare un lavoro, presso gli artigiani della zona o stagionale, o li incoraggiamo a riprendere gli studi».
Secondo Nardini in Versilia la tossicodipendenza è un fenomeno «contenuto ma costante, mentre alla dipendenza da eroina si va aggiungendo l’abuso di alcol e pasticche». Le vittime vengono dalle più disparate situazioni familiari e da tutti i ceti sociali. L’età si va alzando: la trentina di ragazzi oggi in cura in via Stagi ha in media 28 anni. «Il nostro servizio funziona anche a distanza – dice ancora Nardini – perché i “tossici” hanno bisogno anche di qualcuno che li difenda dai Servizi tossicodipendenze della Usl. Al Sert infatti vengono spesso negati diritti sanciti dalla legge come la scelta del medico curante e del programma terapeutico. E poi con il metadone a scalare finisce che un ragazzo viene disintossicato anche trenta volte, ma puntualmente ricomincia».Ma Nardini ne ha pure per le comunità: «Costano un miliardo all’anno di retta, senza aver ancora prodotto un risultato. In troppi continuano a fare dentro e fuori per anni, fino alla volta che escono e muoiono di overdose». Tuttavia Nardini ammette che «a Viareggio e Pietrasanta il Sert funziona bene, anche se non è aperto 24 ore su 24 come dovrebbe. Dopo anni di polemiche oggi lavoriamo in collaborazione, spesso accogliendo in via Stagi pazienti in delega dal Sert. Inoltre istituiremo insieme borse di studio, e iniziative di reinserimento sociale».
Che dire invece della disponibilità annunciata dall’assessore regionale alla sanità Claudio Martini di sperimentare la somministrazione controllata di eroina? Nardini, sebbene «antiproibizionista convinto», ha grossi dubbi sul fatto che gli amministratori e operatori toscani siano all’altezza dell’impresa. «In linea di principio il metodo può funzionare. Ma scelte e decisioni dovrebbero toccare piuttosto a chi non fa tanti discorsi ed opera invece ogni giorno sul campo, dati scientifici alla mano».

 

“MANGI CHI HA FAME”

una sorta di banco alimentare gestito da volontari, cittadini e utenti del Pca (progetto comunita aperta) di Pietrasanta che vede come responsabile la sottoscritta Valentina Torri, psicoterapeuta del Gruppo Sims (associazione che da anni si occupa della diagnosi cura e prevenzione delle dipendenze patologiche).

Il Mangi chi ha fame nasce circa tre anni fa in parte dall’idea di sopperire alla chiusura della mensa cittadina in gestione per anni, con contributo comunale, dal pca, e in parte dall’esigenza degli operatori di dar vita ad un progetto psicosociale che vedesse affiancato all’indispensabile supporto medico-farmacologico, una altrettanto importante attività psico-sociale che impegna utenti e volontari cittadini a collaborare nella riuscita di eventi e progetti culturali e di aiuto solidale con il duplice obiettivo di crescita personale della persona ed interazione sociale, perché il Pca da sempre crede ed opera nello spirito di gruppo e di apertura: da qui il nome Progetto Comunita’ Aperta, che sottolinea appunto l’importanza della crescita comunitaria e dell’apertura verso il “diverso” o emarginato.

“Spingi la solidarietà” è il motto adottato come slogan dai componenti del suddetto Mangi chi ha fame. Ogni ultimo sabato del mese vengono distribuite circa 25/30 pacchi spesa a famiglie e singoli individui che versano in situazioni di difficoltà. Tra i volontari che insieme a me partecipano attivamente alle raccolte alimentari presso diversi punti vendita della zona sono presenti anche alcune delle persone medesime che usufruiscono del pacco spesa, e questo credo sia uno dei nostri punti cardine per far passare il concetto del cittadino che si autoaiuta, una sorta di mutuo soccorso, una micro comunità nella comunità. Il “Mangi chi ha fame” ha l’ambizione di voler essere qualcosa di più di una semplice distribuzione di cibo: nascendo dal Progetto Comunità Aperta ne respira e porta avanti principi di “squadra”, dove tutti sono importanti e tutti possono essere protagonisti della propria vita.

Si parla di fame: ebbene, non si ha fame solo di cibo, ma molto di piu di umanità e calore umano…e questo vale tanto per chi usufruisce del servizio quanto per chi vi lavora o vi fa il volontario. E in virtu di tale affermazione dagli incontri basati sulle raccolte alimentari sono nati collaborazioni ed eventi socio-culturali e solidali che esulano dalla mera distribuzione di cibo.

Uno di questi è WRITERS PIETRASANTA (sabato 12 agosto dalle 17 in poi): in estate a Pietrasanta, in via Stagi, (via che storicamente domicilia il pca), gli operatori di tale struttura nel 2014 hanno dato vita alla prima edizione di “WRITERS A PIETRASANTA”: estemporanea artistica che a fine giornata vedra’ premiato, votato dai passanti, uno degli artisti partecipanti.
Anche nell’attuale edizione sia il pubblico presente (anche voi virtuali!) sia gli artisti che hanno aderito ed aderiranno all’evento, saranno protagonisti non solo di un contest artistico, bensi di quella che è la lotta per la sopravvivenza di un Servizio socio-sanitario vittima della tagliola economica Asl.
Da tempo il Pca è stato costretto a ridurre la propria attività…vedendosi sempre piu snaturato…scivolando verso scongiurata futura chiusura…e questo la dice lunga.
Gli eventi socio-culturali da noi organizzati (come “Writers Pietrasanta”, cineforum, banco alimentare, mostre fotografiche, volontariato in svariate associazioni) sono solo una parte di quello che è il nostro operato: Noi siamo un SERVIZIO SANITARIO e non ci stiamo a veder calpestare, da burocrati e politici di turno, i diritti dei cittadini.
IL DIRITTO ALLA CURA E’ SACRO

Pietrasanta Writers 3° edizione

Il 12 agosto,per Pietrasanta Writers sarà la 3° edizione. Una manifestazione ideata e curata dagli operatori del PCA, con il contributo e sostegno dell'amministrazione comunale di Pietasanta assessorato alle politiche sociali. La scorsa edizione ha visto la partecipazione di tanti bambini, anche quest'anno ci sarà un apposito spazio dove i bambini potranno dare sfogo alle loro fantasie su degli appositi pannelli di cartone messi a disposizione dal negozio "Cornici e Dintorni" di Pietrasanta, il tutto sarà supervisionato dalla Psicologa del PCA Valentina Torri. 
Lo scopo della manifestazione è anche quello di avvicinare i cittadini al nostro servizio che ricordiamo ha un futuro incerto.
Pertanto invitiamo gli artisti della nostra città a dare un contributo artistico all'iniziativa, visto che a Pietrasanta gli Artisti non mancano, quale migliore occasione per coniugare arte e sociale.

prevista.....presenza di banksy ;-)
Seguira aperitivo
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